Tempio

Il tempio è una struttura architettonica utilizzata come luogo di culto. Il termine deriva dal latino templum (recinto consacrato), da una radice indoeuropea che ha avuto come esito in greco τέμενος (temenos), che deriva dal verbo τέμνω, “io taglio”.

Tempio greco-romano

Tipologie di templi greci
Dal punto di vista architettonico il tempio greco e poi quello romano costituirono una tipologia che ha largamente influenzato l’architettura occidentale anche in epoche successive.

Benché la parola “tempio” derivi dal latino templum, quest’ultimo termine in realtà indica non l’edificio, ma un luogo consacrato (recinto sacro, temenos in greco). Per indicare l’edificio sacro in latino veniva invece utilizzato il termine aedes o altri termini (ad esempio sacellum).

Il tempio cominciò ad assumere una forma monumentale nell’architettura greca, probabilmente a partire dal mégaron miceneo, a partire dagli inizi del VII secolo a.C., e si sviluppò con l’introduzione degli ordini colonnati che circondavano la cella, ovvero l’ambiente interno che ospitava l’immagine della divinità. La cella poteva essere preceduta da un portico colonnato (prònaos), dove potevano trovarsi le stanze dei tesori, le raccolte di offerte dei fedeli. Talvolta questa funzione spettava invece a una stanza posteriore, detta opistodomo. La zona riservata ai sacerdoti era detta invece adyton.

La cella era spesso cinta da cancellate, per impedire il saccheggio delle offerte. La disposizione delle colonne in relazione alla cella definisce le varie tipologie di tempio (in antis, prostilo, anfiprostilo, periptero, pseudoperiptero, diptero, pseudodiptero).

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Pubblicato da Michele Esposito

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