La Vela

“Ci sono viaggi che si fanno con un unico bagaglio: il cuore.”

(Audrey Hepburn)

La navigazione a vela risale agli albori della civiltà umana, e già lo storico greco Pausania narra di una competizione velica, contornata da musica e gare di nuoto, organizzata nel II secolo a.C. in onore di Dioniso “Melanaigidos”, presso il Tempio di Afrodite ad Ermioni.

La storia della moderna vela sportiva, tuttavia, affonda le sue radici nella lotta contro la pirateria marina. Nel corso del Secolo XVII le rotte delle Indie Orientali, dell’Africa e delle Americhe erano infestate di pirati. Fra le principali prede delle scorrerie piratesche erano i navigli olandesi, che spostavano merci di valore fra i Paesi Bassi e le proprie colonie.

Per rispondere a tali minacce gli olandesi svilupparono dei velieri veloci ed agili chiamati jachtschip (dall’olandese “jacht”, che significa cercare, cacciare, perseguire) i quali avevano il compito di inseguire e catturare i vascelli pirata. Risultando estremamente divertenti da condurre, queste agili imbarcazioni furono largamente usate anche a fini sportivi.

Solo a metà del Secolo XVII, il re Carlo II, nel corso del suo esilio nei Paesi Bassi, scoprì gli jachtschip e, quando fu restaurato al trono, ne portò con sé un esemplare in Inghilterra, favorendo così la diffusione dello sport della vela in tutto l’Impero Britannico.

Carlo II (detto “the Merrie Monarch”) era così appassionato di vela che contribuì a disegnare il suo yacht personale, lo “Jamie”, di 25 tonnellate di stazza, che venne completato nel 1662 a Lambeth. Lo stesso anno, il re condusse personalmente alla vittoria lo Jamie contro uno jacht olandese di proprietà del Duca di York, in un percorso che andava da Greenwich a Gravesend e ritorno. Si trattava della prima regata fra yacht condotti da timonieri non professionisti.

Nel frattempo la parola di origine olandese “jacht” veniva anglicizzata nel termine “yacht” oggi largamente diffuso per indicare le imbarcazioni a vela.

Fra le attività più importanti degli yacht club del primo settecento erano le parate, che si proponevano di imitare quelle delle imbarcazioni a remi sul Tamigi e sul Canal Grande. Ogni domenica la Nevskij Flot percorreva un tratto della Neva per 2-4 ore. Mentre il Water Club of the Harbour of Cork una volta all’anno usciva in parata dal porto: gli spettatori paragonavano lo spettacolo a quello dello Sposalizio del mare.

Il primo club velico, il Water Club of the Cork Harbour, fu fondato all’insegna dell’esclusività, in Irlanda, nel 1720. Almeno inizialmente tuttavia i suoi membri non si dedicavano ad attività competitive, ma effettuavano manovre navali obbedendo agli ordini di un ammiraglio, trasmesse con le segnalazioni di uno sbandieratore, come una flotta militare. Nel 1812 fu fondato il Royal Yacht Squadron, che contava circa cinquanta imbarcazioni di stanza a Cowes. I suoi soci adoravano eseguire le manovre in formazione, cui partecipavano anche i panfili reali.

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Pubblicato da Michele Esposito

Nerd nato prima della parola che mi identifica... Geek riscoperto, visto che anche questa non esisteva! Sono un semplice appassionato di fotografia ed informatica, e di una delle mie passioni ne ho fatto un lavoro!